Cinque materiali sostenibili che potrebbero cambiare l’edilizia

Con l’incremento della popolazione mondiale, i bisogni di un alloggio aumentano. Tuttavia, i metodi di costruzione attualmente utilizzati non sono i più sostenibili, in quanto producono alte quantità di CO2 sia durante la realizzazione dell’edificio sia durante la sua vita. Fortunatamente, la sostenibilità sta diventando oggi una priorità per i costruttori e con molte innovazioni nel settore edilizio, rispondere in modo sostenibile al bisogno di una casa sembra diventare possibile. Ecco i cinque materiali che potrebbero aiutare:

1. Mattoni con lana

Sviluppati da ricercatori spagnoli e scozzesi con lo scopo di ottenere un composito più sostenibile, non-tossico, utilizzando materiali locali abbondanti ed in grado di migliorare la forza meccanica dei mattoni. Aggiungendo semplicemente all’argilla del mattone, lana e un polimero naturale trovato in alcune alghe, i laterizi sono risultati essere più resistenti del 37% delle altre murature e più resistente al clima freddo e umido molto comune ad esempio in Gran Bretagna. Inoltre, tali mattoni, si asciugano ed induriscono naturalmente, riducendo il loro impatto energetico poiché non hanno bisogno di essere cotti come quelli tradizionali.

2. Tegole solari

Le tegole tradizionali sono realizzate con materiale del sottosuolo e fissate con cemento o argilla. Tutti questi metodi consumano tanta energia. Una volta installate, il loro ruolo si limita a proteggere l’edificio dagli elementi climatici passando una parte importante del giorno assorbendo l’energia del sole. Tenendo questo in mente, molte aziende sviluppano oggi le tegole solari. A differenza della maggior parte dei pannelli solari che sono fissati su tetti già esistenti, le tegole solari sono totalmente integrate all’edificio, proteggendolo dal tempo e producendo elettricità per i suoi abitanti.

3. Cemento sostenibile

Mentre il 95% delle emissioni di CO2 di un edificio è dovuto all’energia consumata durante la sua vita, si può comunque far tanto per ridurre il 5% delle emissioni legate proprio alla costruzione. Il cemento è il punto di partenza ideale, in parte, perché usato in quasi ogni edificio, ma sopratutto, per il fatto che il cemento è responsabile di uno sconcertante 7-10% delle emissioni di CO2 mondiali. Sono state pertanto sviluppate forme di cemento più sostenibili che usano materiali riciclati nella loro composizione. Si può aggiungere polvere di vetro, trucioli di legno oppure scorie, un sottoprodotto dell’industria siderurgica. Mentre queste modifiche non cambiano radicalmente il cemento, aggiungendo semplicemente un materiale che sarebbe altrimenti solo uno scarto, si possono ridurre le emissioni di CO2.

4. Carta isolante

Image courtesy of curley house on flickr

Realizzato mediante giornali e cartoni riciclati, la carta isolante è un’alternativa superiore alle schiume chimiche. Resistente agli insetti e ritardante in caso di incendio grazie alla presenza di borace, acido borico e carbonato di calcio (materiali tutti totalmente naturali), la carta usata per l’isolamento può essere soffiata nelle cavità delle pareti, riempiendo ogni crepa e creando uno spazio quasi senza uno spiffero eliminando i ponti termici.

5. Finestre con triplo vetro

In pratica, finestre super-efficienti. I tre strati di vetro lavorano per impedire al calore di uscire dall’edificio. Nella maggior parte delle finestre a doppio vetro, il gas argon viene iniettato tra i due strati di vetro per migliorare l’isolamento ma in queste super-efficienti finestre, si utilizza il più performante  crypton.

Un edificio dotato di questi cinque metodi sarebbe una scelta sostenibile ottimamente per un alloggio. Mentre il settore edilizio tende ad avanzare lentamente, l’importanza della sostenibilità è una questione di primo piano e che, senza dubbio, lo sarà in maniera sempre crescente. Con i materiali da costruzione già realizzati e brevettati, sono i consumatori che devono esigere attivamente la loro utilizzazione e i costruttori che devono rispondere prontamente a tale richieste.


Revisione di Eleonora Taramanni. Traduzione a cura di Jérôme Denis

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