Gli italiani amano le auto ma a Modena, regna la bicicletta

Troppo spesso, da parte delle autorità locali, si sentono avanzare una scusa dopo l’altra per giustificare la mancanza di sostegno allo sviluppo di infrastrutture per biciclette nelle città italiane, piccole o grandi che siano. Incolpando presunte “difficoltà per aggiungere nuove infrastrutture” in collegamento con un costruito urbano “limitato”, gli urbanisti dimenticano che la bicicletta può invece essere facilmente adattata alle città esistenti grazie proprio al loro tessuto stretto di vie ed edifici. La questione centrale di queste argomentazioni è quindi il fatto che la macchina non deve più rappresentare il bisogno primario nelle città.

Anche senza tenere conto delle città campionesse nell’utilizzo della bicicletta come Amsterdam o Copenaghen, si possono trovare esempi lodevoli anche nelle città meno famose. In Italia, paese alquanto famoso per la cultura della macchina, tale esempio è Modena. Proprio Modena, culla della Ferrari (esattamente vicino al comune di Maranello), è la bicicletta ad essere regina assoluta della città. Mentre le vie strette e ventose danno filo da torcere agli automobilisti, ai ciclisti piace pedalare velocemente verso le loro destinazioni.

Le vecchie città, infatti, offrono spesso il vantaggio di avere un tessuto ben integrato di alloggi, negozi e luoghi di lavoro. In tali contesti, la bicicletta può quindi diventare lo strumento perfetto per muoversi efficientemente mantenendo l’aspetto sociale dell’interagire con gli altri, a differenza di ciò che ti può offrire un’automobile.

Possedere una macchina può diventare un peso nelle città storiche, sia piccole che grandi, per quanto riguarda i parcheggi e il loro costo nonché il guidare in piccole vie piene di curve strette. La bicicletta oltrepassa la maggior parte di questi problemi diventando, pertanto, il modo più efficace di girare. Con residenti su biciclette, la città intera torna verso una scala umana più piacevole, senza compromettere la necessità di arrivare puntuale al lavoro (per citare un esempio!).

Non c’è nessun ostacolo valido all’integrazione della bicicletta e delle infrastrutture per biciclette nelle città già esistenti ma solo una resistenza politica all’idea di invertire l’importanza della macchina verso un altro mezzo di trasporto. Spesso si lodano città come Amsterdam, Copenaghen e Berlino per il loro successo nell’integrazione della bicicletta. Tuttavia, se si guarda con attenzione, si possono trovare anche altre città da cui poter imparare tanto, anche in un paese come l’Italia, nota per l’adorazione ed il culto dell’automobile.


Articolo a cura di Lorenza Casini, fondatrice di Naturally Cycling: Manchester

Traduzione a cura di Jérôme Denis. Revisione di Eleonora Taramanni