Imparando dalle città di tutto il mondo come creare il cestino perfetto

Nelle aree urbane si concentrano non solo la produzione economica e sociale ma anche tutti gli scarti di produzione. Rifiuti che, vengono spesso prodotti alla fine di una lunga catena di interpreti- produttori, rivenditori, consumatori, dissipatori, consigli comunali, e riciclatori. E così, la destinazione finale dei rifiuti e gli impatti degli stessi, sono spesso invisibili. Il problema di cosa fare con i rifiuti è evidenziato dai diversi interlocutori lungo la filiera della produzione,  “aiutati” da strutture che promuovono o che non sono presenti per favorire una migliore gestione dei rifiuti.

Nessuno si sveglia dicendo: ‘Voglio produrre alcuni rifiuti! Avvelenare deu laghi! Disboscare l’Amazzonia! ‘Si tratta di capire il motivo per cui i rifiuti sono stati creati e quali meccanismi sono in atto per incoraggiare tale processo o ciò che non è in atto per creare una situazione in cui possiamo ridurre i nostri rifiuti. – D.Hazzard, Wellesley College ’12

Ispirato da un progetto di ricerca semestrale sulle fonti, gli importi, le destinazioni el’ impatto dei rifiuti di Wellesley College e dalle conoscenze di tutte le diverse categorizzazioni di rifiuti negli Stati Uniti durante tali studi, ho deciso di indagare quale ruolo ha il design nell’influenzare gli esiti della gestione dei rifiuti negli spazi pubblici urbani. Volevo sapere quali sono le qualità di un buon grado di progettazione di cestini e raccoglitori e pertanto cosa e’ necessario fare nelle città per ottenere le loro opzioni di rifiuti, in linea con i loro obiettivi di scarto.

Ho osservato le varie opzioni di gestione dei rifiuti (ridurre, riutilizzare, riciclare, produrre compost) e il loro utilizzo (e non) in spazi pubblici a New Orleans, Stati Uniti d’America; Sao Paulo e Curitiba, Brasile; Città del Capo, Sud Africa e Ha Noi, città del Vietnam, come parte di un programma educativo. Questo spesso significava osservare i rifiuti e  altrettanto cio’ che era presente nei bidoni per il riciclo per lungo tempo inoltre, in piedi con un taccuino e penna, annotare per circa un’ora ciò che le persone hanno fatto con i loro rifiuti. Ho anche parlato con i residenti della città e le persone che lavorano nella gestione dei rifiuti per saperne di più sui singoli individui e le scelte fatte dalle varie città. Le intuizioni che ho guadagnato da entrambe le parti, indicano un’analisi di come il design può essere utilizzato per raggiungere gli obiettivi di gestione dei rifiuti auspicabili tra cui una riduzione dei rifiuti stessi da inviare in discarica; una riduzione delle emissioni quali metano e diossine; recupero delle risorse e la creazione di posti di lavoro; e “internalizzazione” degli impatti delle pratiche di gestione dei rifiuti.

Ho considerato elementi come la forma fisica e la dimensione, il numero, il posizionamento, la grafica e il linguaggio impiegato sulle opzioni di rifiuto. Ho concluso che il design, oltre ad essere presente, deve rispondere alle esigenze e contesto, comunicare in modo chiaro ed efficace, condividere la responsabilità per la gestione dei rifiuti, al fine di contribuire a raggiungere gli obiettivi di riduzione degli scarti nelle aree urbane. Ma che cosa significa esattamente questo aspetto, in realtà,  vi è un design ideale per la gestione dei rifiuti?

Design Fisico

Dual compartment bins in park around Hoan Kiem Lake, Hanoi. Green, organics; Yellow, inorganics

Tali strutture a doppio scomparto per rifiuti organici e inorganici, rispettivamente di colore verde e giallo, sono stati collocati nel parco circostante il lago Hoankiem nel French Quarter di Hanoi. I due bidoni sono delle stesse dimensioni. In un parco pubblico come questo, dove le persone partecipano a una serie di attività come camminate, jogging, pic nic e fotografia, esiste un grande potenziale per la varietà di rifiuti che saranno generati. La fornitura di due opzioni di catch-all, in senso lato, indica che questa varietà di attività e quindi dei rifiuti, è stato preso in considerazione.

In un parcheggio a Curitiba, dove la gente sosta durante i viaggi la stessa considerazione viene fatta per una varietà di rifiuti generici e riciclabili. Oltre a mostrare una serie di rifiuti, il design inoltre previsto per i rifiuti riciclabili mostra una dimensione maggiore rispetto al generico. Il cestino non riciclabile era circa la metà delle dimensioni del riciclabili. In entrambi i casi, la progettazione fisica stava rispondendo alle esigenze utilizzando diverse dimensioni e forme degli elementi.

Persons adeguata (numeri)

I cestini in ogni città sono spesso numerosi e tutti simili. Ad esempio, i cestini neri ‘fleur-de-lis’d allineati lungo le vie di tutto il quartiere francese di New Orleans; o come ha fatto ‘Zibi’ con i cestini per i rifiuti ed il logo di uno struzzo in CBD di Città del Capo.

Black fleur-de-lis’d litter bins, French Quarter, New Orleans

Aree destinate a parco in città hanno generalmente anche molti cassonetti. Nel piccolo parco Praça do Japão a Curitiba, ci sono otto cestini  in doghe di legno che punteggiano il paesaggio. In questi spazi, non c’era una mancanza di opzioni di smaltimento e tutti i rifiuti scartati potrebbe potenzialmente essere riciclati.

Fornire le stesse opzioni di rifiuti in tutta una vasta area, come bidoni della ‘Zibi’ nel CBD di Città del Capo ha contribuito alla coerenza nella gestione dei rifiuti. Gli utenti dovrebbero abituarsi a vedere le stesse opzioni dei rifiuti e utilizzarli correttamente in modo più facile di quanto lo sarebbero dovendosi adattare alle opzioni di rifiuti differenti in tutta la città.

Posizionamento

In un ostello a Cape Town in cui ho soggiornato per qualche giorno, vi era evidente anticipazione di quanti rifiuti sarebbero stati prodotti. Il cestino principale di non riciclabili era in cucina, così come lo era il bidone di materiali riciclabili che prevede lattine, plastica e lo smaltimento di vetro. Il grande volume di questi rifiuti era probabilmente il risultato di varie attività di cucina. Contenitori per il riciclaggio della carta erano stati collocati lungo i corridoi e vicino alle stanze comuni dove si svolgono le attività che potrebbero generare spreco di carta, come la lettura di giornale, stampa, ecc.

Il posizionamento di opzioni differenziate di smaltimento presso l’evento TEDx Città del Capo 2012 tenutosi al World Design Centre era stato pensato per accogliere le varie esigenze. L’area di smaltimento principale era da un lato il vetro, la carta e la plastica mentre sul lato opposto le lattine accanto al dispositivo frigorifero per le bevande.

Ibrido

La Century City Mall of Food della Città del Capo è stata un esempio di risposta sia in numero di cestini che del loro posizionamento. In questo spazio, dove i rifiuti alimentari vengono generati in grandi volumi, sei bidoni a doppio scomparto che forniscono opzioni per i rifiuti alimentari (solo) e di materiali riciclabili sono stati collocati intorno alla zona pranzo.

Problemi di risposta

Bisogna pero’ considerare che sia possibile che lo stesso design possa rispondere in un modo efficiente o non a seconda di dove e’ collocato. 

Questa opzione di smaltimento a 5 bidoni davanti al Museu do Afrobrasil nel Parque do Ibirapuera, San Paolo, riceve molto traffico di persone che entrano ed escono dal parco poiché’ posizionati sulla strada che porta al cancello. Il sistema e’ quindi ben pensato per cogliere i rifiuti generati dal gran numero di passanti. La compartimentazione in categorie differenziate ma le ridotte dimensioni dei contenitori ed il fatto che siano gli unici lungo tale percorso vincolano in modo eccessivo le persone per smaltire i propri rifiuti. Osservando i bidoni nel pomeriggio, quello della plastica era traboccante mentre gli altri erano a malapena pieni. In questo caso il design non e’ stato sensibile nella dimensione, nel numero ma solamente nel posizionamento.

Quindi, quali dovrebbero essere le opzioni per la gestione dei rifiuti di una città? Bisognerebbe unire l’adeguata presenza di costine del French Quarter di Nola, ai bidoni Zibi di Città del Capo con un adeguato dimensionamento come i bidoni dei Hoankiem Lake.


Wangui Kamonji è una ricercatrice indipendente al Wellesley College, laureata in studi ambientali e studi urbani. Scrive diversi blogs circa i suoi viaggi in Brasile, Messico, Colombia, Sud Africa, Tanzania e Vietnam.

In primo piano ed ultima immagine gentile concessione di A. Bentz. Tutte le altre immagini gentile concessione di Wangui Kamonji. Traduzione a cura di Eleonora Taramanni.

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