TRASHED: non c’è spazio per i rifiuti

Jeremy Irons è in piedi su una spiaggia, accanto all’antica città libanese di Sidone. Sopra di lui troneggia una montagna di spazzatura -un pugno nell’occhio pullulante di rifiuti medici, rifiuti domestici, liquidi tossici e animali morti- risultato di 30 anni di consumo di una piccola città. Appena nuove giornaliere camionate di spazzatura vengono versate sulla porzione superior della montagna, i detriti ricadono dall’altra parte nel blu del Mediterraneo.

Circondato da una distesa di bottiglie di plastica, un Jeremy Irons sconsolato guarda l’orizzonte e mormora…”Spaventose”.

Il film-documentario TRASHED (“Spazzatura”) di Blenheim Films, prodotto e diretto dalla regista britannica Candida Brady, proiettato per la prima volta nel 2012 e già proiettato in oltre 40 paesi e in 46 festival cinematografici, vede protagonista Irons che si propone di scoprire la misura e gli effetti del problema dei rifiuti a livello mondiale mentre viaggia in tutto il mondo per diverse località contaminate dall’inquinamento.

Questo è un meticoloso, coraggioso viaggio investigativo che porta Irons (e noi) dallo scetticismo al dolore e dall’orrore alla speranza.

La bellezza del nostro pianeta dallo spazio crea un violento contrasto con le scene di detriti in tutto il mondo. Vasti paesaggi in Cina sono oggi coperti da tonnellate di spazzatura. Le ampie acque del fiume Ciliwung in Indonesia sono ora appena visibili sotto una marea infinita di plastica. Ogni anno buttiamo 58 miliardi bicchieri usa e getta e sacchetti di plastica, 200 miliardi di litri di bottiglie d’acqua, miliardi di tonnellate di rifiuti domestici, rifiuti tossici e rifiuti elettronici.

Noi compriamo, seppelliamo, bruciamo e poi ignoriamo il tutto. C’è qualcuno che si preoccupa di ciò che accade ai rifiuti che produciamo? Tutti abbiamo sentito questi fatti orribili prima ma con Jeremy Irons come nostra guida, scopriamo cosa succede a quei miliardi di tonnellate di rifiuti che vanno dispersi nell’ambiente ogni anno.

Su una barca nel Pacifico settentrionale, Irons affronta la realtà del Great Pacific Garbage Patch e l’effetto dei rifiuti di plastica sulla vita marina. Veniamo quindi a conoscenza che le diossine di Cloruro e altri inquinanti organici artificiali sono attratti dai frammenti di plastica. Questi a loro volta sono mangiati dai pesci che assorbono di conseguenza le tossine.  A mangiare il pesce siamo quindi noi, accumulando sostanze chimiche tossiche nei nostri corpi.

Contemporaneamente, il riscaldamento globale, accelerato dalle emissioni di discariche e inceneritori, causa lo scioglimento delle calotte polari rilasciando quantità decennali di questi vecchi veleni che erano stati conservati nel ghiaccio, in mare.

“Abbiamo realizzato questo film, perché ci sono così tante persone che sentono oggi fortemente la necessità urgente di affrontare il problema dei rifiuti”, dice Irons. “C’è un bisogno altrettanto urgente di soluzioni più creative e produttive per questo argomento fastidioso in modo da renderlo comprensibile e condiviso da molte comunità in tutto il mondo. I filmati possono svolgere pertanto un ruolo molto importante, educare la società, sensibilizzando verso i soggetti “difficili” il più ampio pubblico possibile. Potenzialmente i film hanno il potere di arrivare a tutti, ci toccano a livello emotivo”.

Candida Brady ha trascorso più di due anni per le ricerche e riprese di TRASHED, ma in realtà è stata focalizzata sui problemi dei rifiuti e dell’ambiente per la maggior parte della sua vita. “Come asmatica sono stata sempre interessata agli effetti dell’inquinamento. E’ stato incontrare un medico ambientale (che mi ha salvato la vita ), ad aprirmi gli occhi sugli effetti diretti che l’ambiente ha sulla nostra salute”, spiega Brady. “Quando ero giovane ero l’ unica ragazza con un inalatore, in questi giorni invece sta rapidamente diventando il contrario”.

Dopo aver affrontato la parte peggiore, Jeremy Irons si trasforma in speranza. Egli va in cerca di soluzioni. Da individui che hanno cambiato le loro vite fino quasi a produrre nessuno spreco, ad aumentare la legislazione anti- rifiuti, ad un’intera città che è ormai praticamente senza sprechi, scoprendo che il cambiamento non è solo indispensabile, ma attuale.